martedì 15 aprile 2008

Auguri a Berlusconi, non voteremo fiducia a suo Governo

''Il voto utile c'e' stato., Ringraziamo tutti gli italiani che ci hanno sostenuto. In una situazione difficilissima abbiamo tenuto botta''. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Unione di di centro commenta le proiezioni del voto. Casini fa i suoi auguri a Berlusconi. ''Auguri a Berlusconi e agli esponenti del Pdl e della Lega che governeranno. la parola dagli elettori passa agli eletti che hanno la maggioranza in parlamento.
E' bene che chi governo si assuma le responsabilita'. per quanto ci riguarda siamo sempre stati fedeli agli impegni presi con gli elettori'. Casini conferma che non potra' dare la fiducia al governo: ''No, voteremo contro''

CASINI, il tempo sara' galantuomo con l'Udc

"Il tempo e' galantuomo e sara' il miglior giudice". E' quanto assicura il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, collegato dalla sede nazionale del suo partito con lo studio di 'Porta a porta'. Confessa Casini: "Queste elezioni hanno provocato per tanti versi uno tsunami ma io me lo aspettavo. Sapevo benissimo che il nostro era un investimento verso il futuro e temevo perfino di poter non raggiungere la quota del 4% per la Camera. Complessivamente, la tenuta e' stata buona e se dovessimo arrivare al 6% sarebbe un risultato straordinario".
Analizzando il voto, il leader dell'Udc osserva: "Noi abbiamo conquistato una parte degli elettori delusi del Pd, che ha recuparato piu' alla sua sinistra che non sul centro.
Ma l'insediamento principale del nostro partito e' ancora prevalentemente nel centrodestra, diciamo 60 a 40. La nostra opposizione guardera' al futuro, sara' costruttiva e non sfascista, perche' l'estremismo non e' nel nostro dna".

lunedì 7 aprile 2008

Divertente....da fare.

Stavo navigando alla ricerca di notizie interessanti sulla nuova "bomba" scatenata dalla riammissione del simbolo di Pizza, quando mi è capitato sott'occhio questo divertente sito: basta rispondere a 25 domande (di dubbio quanto oltremodo generico contenuto), per capire a quale partito siamo più corrispondenti.Provateci, è simpatico.

Sappiate però che secondo il sito www.voisietequi.it io sarei un perfetto elettore del PDL, quindi secondo me non c'è da fidarsi molto...comunque in bocca al lupo!

Francesco Saccaggi

Bassolino.............

A chi vuole prendere in giro Veltroni quando dice Bassolino farà la scelta giusta?

Cosa si intende per scelta giusta? E' una frase che non ha senso.

Veltroni sostiene che Bassolino abbia una coscienza civile (ma allora non le raccontava solo Berlusconi le barzellette?) e debba decidere individualmente se dimettersi o meno.

In realtà il leader del PD se ne frega altamente della Campania ma non vuole rinunciare ai voti che Bassolino gli porterà, dunque il RAIS rimarrà al suo posto.

Ieri l'ex comunista di Afragola è stato rinviato a giudizio per truffa, frode in pubbliche forniture, falso e abuso di ufficio: robetta. Il processo, salvo slittamenti, dovrebbe cominciare il 14 maggio, ma sarà tutto inutile. I reati addebitati si prescriveranno in 7 anni, il che signica che, non solo dovremo persino scusarci con il probo afragolese per il processo "politico" che subirà, ma che l'erario spenderà ulteriori soldini per un processo farsa che mai vedrà una sentenza di merito. Del resto, già non è stato possibile disporre il sequestro conservativo dei beni di Bassolino, dal momento che non risultano beni a lui intestati e risulta nullatenente.

Bassolino, che abita in una lussuosissima villa a Posillipo, dunque paga meno tasse di una coppia di precari che abita in un monolocale in periferia. Non vorremmo che, per sostenere le spese del processo, sua moglie, la Senatrice Annamaria Carloni, e suo figlio banchiere, siano costretti a chiedere l'elemosina in strada. Se così fosse, potremmo organizzare una colletta.

Temiamo infatti che, con il pignoramento di un quinto del suo stipendio, rischi di andare sotto la soglia di povertà.

Per fortuna i consigliori regionali, che con Bassolino condividono numerosi guai giudiziari,si mostreranno sicuramente solidali verso la sua situazione patrimoniale e difenderanno in consiglio il suo posto di lavoro (chiamarla carica istituzionale è solo eufemismo ormai: su quella sedia è lì da prima che molti lettori nascessero...).

Siamo sicuri anche che Napolitano, garante di una costituzione che non conosce, farà la sua parte e continuerà ad ignorare l'art 126 non disponendo mai lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta per gravi violazioni di legge.

La verità, cari lettori, è che l'unico modo per deporre Bassolino sarebbe "destituirlo" con un referendum per "punire" chi ha lasciato 800 miliardi di debiti da nullatenente.

Tuttavia, è sicuro, rimarrà solo un auspicio. Ci rimane, quindi, solo la preghiera e sperare.....in un revvedimento degli elettori campani............ come sempre.

domenica 6 aprile 2008

Walter...we have a problem......

ricordate il trashissimo video "I'm PD" con cui i compagni della sezione milanese volevano mostrare quanto sono simpatici ?

Bene, a parte aver sbriciolato in una manciata di secondi le pretese di superiorità musicale e di buon gusto da sempre autoacquisti monopoli dei democratici perchè, si sa, "loro" hanno i cantautori, la qualità, l'alternativo, l'indie e tutto ciò che fa figo perchè diverso, mentre "noi rozzi ignorantoni del centrodestra" al massimo possiamo avere Apicella e pochi altri...., l'iniziativa ha provocato le sacrosante proteste dei legittimi proprietari del pezzo, gli autorevoli Village People.

E già, nonostante la "tanta autoironia" della sezione piddina milanese, i ragazzi del Village hanno fatto valere i diritti d'autore ed hanno imposto la cancellazione del video dal sito del PD.

Bella figura e bell'esempio, utiliizare senza autorizzazione dell'autore.....

Niente mucchietti di schede durante lo spoglio

Giusto richiamare l'attenzione sul fatto che durante lo spoglio delle schede elettorali non si dovrebbero fare "mucchietti" di schede, ma prenderne una alla volta dall'urna.
Lo stesso ministro Amato aveva detto la stessa cosa pochi giorni fa, ma meglio ribadirlo a beneficio di presidenti di seggio e rappresentanti di lista:
Roma, 1 apr. (Adnkronos) - E' "molto importante" che i rappresentanti di lista "siano svegli e tengano gli occhi aperti" nelle operazioni di voto al seggio. E' stato il ministro dell'Interno Giuliano Amato a sottolinearlo, riferendosi a "cio' che pare sia accaduto in passato", ovvero "che nei seggi, anziche' gestire una scheda alla volta (se ne estrae una, la si legge, si registra e poi si passa a quella dopo con il consenso di tutti i presenti) si creino dei mucchietti di schede e poi le si gestisca un mucchietto alla volta''. ''Questo -ha precisato Amato- e' vietato farlo, noi ribadiremo che e' vietato ed e' responsabilita' dei presidenti di seggio che non accada".

Pizza, Sandri, Rotondi, l'Udc Quante battaglie per quel simbolo

All'origine del rischio rinvio elezioni ci sono questi quattro nomi e altrettanti partiti, ognuno depositario - o almeno così si sente - dell'eredità della vecchia Dc.

Il simbolo dello scudo rosso-crociato con la scritta Libertas nasce nel 1942, lo vuole De Gasperi che rielabora quello di Don Sturzo che a sua volta lo aveva "rubato" dal vessillo che era sventolato sul carroccio della storica battaglia di Legnano.

Fino agli anni novanta quel simbolo ne vede di tutti i colori, accoglie sotto le ali decine di correnti ma resta lì, solido, un punto fermo che solo l'onda d'urto di Tangentopoli riesce a travolgere.

Tra le macerie della vecchia Democrazia cristiana la faccenda si complica: a chi va il simbolo, a chi il nome popolare, a chi le sedi etc etc?

Nel 1995, nella querelle che divide i popolari, il lodo decide che il simbolo va al Cdu del professor Rocco Bottiglione e il nome "popolari" al partito di Gerardo Bianco e Mino Martinazzoli.

Fine di un'epoca, ne comincia un'altra tra rimpianti, nostalgie e progetti per il futuro.

Troppo facile. Infatti dalle nebbie del passato spuntano due signori, Giuseppe Pizza e Angelo Sandri.

Il primo, 61 anni, calabrese, è stato dal 1969 al 1975 delegato nazionale del Movimento giovanile della diccì. Un tipo vivace, a cui piaceva fare baldoria: "Fece svolgere un congresso provinciale su una Mercedes" ha raccontato Filippo Ceccarelli su Repubblica , un'altra volta "i suoi amici "allagarono il piano di un albergo per festeggiare un'elezione". Troppo per gli standard ufficiali della signora della politica italiana: Amintore Fanfani, all'epoca segretario, non ci vide più e decise di mandare a casa quei giovanotti goliardici.
I giovani ribelli avevano "sbarrato" l'ingresso della sede in via Arenula dispiegando a terra le bandiere del partito. Mai, pensarono, il segretario avrebbe avuto il coraggio di passarci sopra con la macchina. Invece lo fece.

E il Movimento giovanile fu commissariato.

Nel 1994 Pizza decide però che la Dc non è mai morta, sulle prime segue il segretario storico Flaminio Piccoli e il suo movimento (Rinascita della democrazia cristiana) poi fonda la Democrazia cristiana rivendicando simbolo, scritta Libertas e occupando la sede storica in piazza del Gesù. Nel 1998 le prime apparizioni del partito alle amministrative, Angelo Sandri è il primo segretario nazionale.

Peccato che i due, Sandri e Pizza, litigano come pazzi. Il risultato è che nasce l'ennesima Dc che a sua volta rivendica simbolo e scritta. E siamo a tre. Nel 2005 la lista delle democrazie cristiane si arricchisce di un quarto socio-protagonista: Gianfranco Rotondi, ex Cdu-Udc e dal 2005 Democrazia Cristiana per le autonomie. Un altro scudo crociato come simbolo. Per arrivare a oggi e mantenere un filo di logica, basti dire che dalla fine degli anni novanta è stato un continuo di cause, ricorsi, battaglie vinte e perse, tutti contro tutti, soprattutto Sandri contro Pizza, lo 0,1% dei voti contro lo 0,2%.

Uno solo è considerato il passaggio fondamentale: nel 2006 il Tribunale civile di Roma (la famosa sentenza del giudice Francesco Manzo) decide che il simbolo "spetta inequivocabilmente alla democrazia cristiana" che non è mai morta. Pizza vince tutto.

Di più: un altro processo in corso in questi giorni, avviato però da Sandri, sta decidendo se considerare nulle le delibere di Martinozzoli con cui il 18 gennaio 1994 fu deciso lo scioglimento della Dc.

Tutto questo pandemonio di lite e rivalse si acuisce, come è logico, ad ogni appuntamento elettorale.

Il Viminale a fine marzo si trova qualcosa come 187 simboli in corsa per le elezioni. Tra questi ben quattro scudi crociati. "Il simbolo storico della Democrazia cristiana, quello degasperiano, su fondo bianco, con il bordo superiore dello scudo di forma arcuata e la scritta Libertas è presente alle prossime elezioni" annuncia pomposamente Sandri. Deposito avvenuto col numero 89. Quello di Pizza - nel 2006 con l'Unione ora apparentato al Senato col Pdl dove converge anche lo scudo di Rotondi - porta il numero 45.

Ma è "fasullo" attacca Sandri , "un inganno, una mistificazione". Il Viminale li boccia entrambi, Sandri e Pizza, un destino segnato, il primo perché non è legittimato ad usare il simbolo, il secondo perché crea confusione con l'Udc.

I ricorsi in Cassazione, le richieste di sospensiva al Tar e tutto il corollario di iniziative legali di cui i due sono ormai espertissimi resta sullo sfondo della campagna elettorale. Una riga ogni tanto tra le agenzie.

Fino alla pronuncia del Consiglio di Stato; alla beffa di Pizza dentro e Sandri fuori foriera di altri guai, ricorsi e falconi di carte; e al rischio rinvio elezioni ipotizzato oggi dal ministro Amato.