martedì 15 aprile 2008

Auguri a Berlusconi, non voteremo fiducia a suo Governo

''Il voto utile c'e' stato., Ringraziamo tutti gli italiani che ci hanno sostenuto. In una situazione difficilissima abbiamo tenuto botta''. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Unione di di centro commenta le proiezioni del voto. Casini fa i suoi auguri a Berlusconi. ''Auguri a Berlusconi e agli esponenti del Pdl e della Lega che governeranno. la parola dagli elettori passa agli eletti che hanno la maggioranza in parlamento.
E' bene che chi governo si assuma le responsabilita'. per quanto ci riguarda siamo sempre stati fedeli agli impegni presi con gli elettori'. Casini conferma che non potra' dare la fiducia al governo: ''No, voteremo contro''

CASINI, il tempo sara' galantuomo con l'Udc

"Il tempo e' galantuomo e sara' il miglior giudice". E' quanto assicura il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, collegato dalla sede nazionale del suo partito con lo studio di 'Porta a porta'. Confessa Casini: "Queste elezioni hanno provocato per tanti versi uno tsunami ma io me lo aspettavo. Sapevo benissimo che il nostro era un investimento verso il futuro e temevo perfino di poter non raggiungere la quota del 4% per la Camera. Complessivamente, la tenuta e' stata buona e se dovessimo arrivare al 6% sarebbe un risultato straordinario".
Analizzando il voto, il leader dell'Udc osserva: "Noi abbiamo conquistato una parte degli elettori delusi del Pd, che ha recuparato piu' alla sua sinistra che non sul centro.
Ma l'insediamento principale del nostro partito e' ancora prevalentemente nel centrodestra, diciamo 60 a 40. La nostra opposizione guardera' al futuro, sara' costruttiva e non sfascista, perche' l'estremismo non e' nel nostro dna".

lunedì 7 aprile 2008

Divertente....da fare.

Stavo navigando alla ricerca di notizie interessanti sulla nuova "bomba" scatenata dalla riammissione del simbolo di Pizza, quando mi è capitato sott'occhio questo divertente sito: basta rispondere a 25 domande (di dubbio quanto oltremodo generico contenuto), per capire a quale partito siamo più corrispondenti.Provateci, è simpatico.

Sappiate però che secondo il sito www.voisietequi.it io sarei un perfetto elettore del PDL, quindi secondo me non c'è da fidarsi molto...comunque in bocca al lupo!

Francesco Saccaggi

Bassolino.............

A chi vuole prendere in giro Veltroni quando dice Bassolino farà la scelta giusta?

Cosa si intende per scelta giusta? E' una frase che non ha senso.

Veltroni sostiene che Bassolino abbia una coscienza civile (ma allora non le raccontava solo Berlusconi le barzellette?) e debba decidere individualmente se dimettersi o meno.

In realtà il leader del PD se ne frega altamente della Campania ma non vuole rinunciare ai voti che Bassolino gli porterà, dunque il RAIS rimarrà al suo posto.

Ieri l'ex comunista di Afragola è stato rinviato a giudizio per truffa, frode in pubbliche forniture, falso e abuso di ufficio: robetta. Il processo, salvo slittamenti, dovrebbe cominciare il 14 maggio, ma sarà tutto inutile. I reati addebitati si prescriveranno in 7 anni, il che signica che, non solo dovremo persino scusarci con il probo afragolese per il processo "politico" che subirà, ma che l'erario spenderà ulteriori soldini per un processo farsa che mai vedrà una sentenza di merito. Del resto, già non è stato possibile disporre il sequestro conservativo dei beni di Bassolino, dal momento che non risultano beni a lui intestati e risulta nullatenente.

Bassolino, che abita in una lussuosissima villa a Posillipo, dunque paga meno tasse di una coppia di precari che abita in un monolocale in periferia. Non vorremmo che, per sostenere le spese del processo, sua moglie, la Senatrice Annamaria Carloni, e suo figlio banchiere, siano costretti a chiedere l'elemosina in strada. Se così fosse, potremmo organizzare una colletta.

Temiamo infatti che, con il pignoramento di un quinto del suo stipendio, rischi di andare sotto la soglia di povertà.

Per fortuna i consigliori regionali, che con Bassolino condividono numerosi guai giudiziari,si mostreranno sicuramente solidali verso la sua situazione patrimoniale e difenderanno in consiglio il suo posto di lavoro (chiamarla carica istituzionale è solo eufemismo ormai: su quella sedia è lì da prima che molti lettori nascessero...).

Siamo sicuri anche che Napolitano, garante di una costituzione che non conosce, farà la sua parte e continuerà ad ignorare l'art 126 non disponendo mai lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta per gravi violazioni di legge.

La verità, cari lettori, è che l'unico modo per deporre Bassolino sarebbe "destituirlo" con un referendum per "punire" chi ha lasciato 800 miliardi di debiti da nullatenente.

Tuttavia, è sicuro, rimarrà solo un auspicio. Ci rimane, quindi, solo la preghiera e sperare.....in un revvedimento degli elettori campani............ come sempre.

domenica 6 aprile 2008

Walter...we have a problem......

ricordate il trashissimo video "I'm PD" con cui i compagni della sezione milanese volevano mostrare quanto sono simpatici ?

Bene, a parte aver sbriciolato in una manciata di secondi le pretese di superiorità musicale e di buon gusto da sempre autoacquisti monopoli dei democratici perchè, si sa, "loro" hanno i cantautori, la qualità, l'alternativo, l'indie e tutto ciò che fa figo perchè diverso, mentre "noi rozzi ignorantoni del centrodestra" al massimo possiamo avere Apicella e pochi altri...., l'iniziativa ha provocato le sacrosante proteste dei legittimi proprietari del pezzo, gli autorevoli Village People.

E già, nonostante la "tanta autoironia" della sezione piddina milanese, i ragazzi del Village hanno fatto valere i diritti d'autore ed hanno imposto la cancellazione del video dal sito del PD.

Bella figura e bell'esempio, utiliizare senza autorizzazione dell'autore.....

Niente mucchietti di schede durante lo spoglio

Giusto richiamare l'attenzione sul fatto che durante lo spoglio delle schede elettorali non si dovrebbero fare "mucchietti" di schede, ma prenderne una alla volta dall'urna.
Lo stesso ministro Amato aveva detto la stessa cosa pochi giorni fa, ma meglio ribadirlo a beneficio di presidenti di seggio e rappresentanti di lista:
Roma, 1 apr. (Adnkronos) - E' "molto importante" che i rappresentanti di lista "siano svegli e tengano gli occhi aperti" nelle operazioni di voto al seggio. E' stato il ministro dell'Interno Giuliano Amato a sottolinearlo, riferendosi a "cio' che pare sia accaduto in passato", ovvero "che nei seggi, anziche' gestire una scheda alla volta (se ne estrae una, la si legge, si registra e poi si passa a quella dopo con il consenso di tutti i presenti) si creino dei mucchietti di schede e poi le si gestisca un mucchietto alla volta''. ''Questo -ha precisato Amato- e' vietato farlo, noi ribadiremo che e' vietato ed e' responsabilita' dei presidenti di seggio che non accada".

Pizza, Sandri, Rotondi, l'Udc Quante battaglie per quel simbolo

All'origine del rischio rinvio elezioni ci sono questi quattro nomi e altrettanti partiti, ognuno depositario - o almeno così si sente - dell'eredità della vecchia Dc.

Il simbolo dello scudo rosso-crociato con la scritta Libertas nasce nel 1942, lo vuole De Gasperi che rielabora quello di Don Sturzo che a sua volta lo aveva "rubato" dal vessillo che era sventolato sul carroccio della storica battaglia di Legnano.

Fino agli anni novanta quel simbolo ne vede di tutti i colori, accoglie sotto le ali decine di correnti ma resta lì, solido, un punto fermo che solo l'onda d'urto di Tangentopoli riesce a travolgere.

Tra le macerie della vecchia Democrazia cristiana la faccenda si complica: a chi va il simbolo, a chi il nome popolare, a chi le sedi etc etc?

Nel 1995, nella querelle che divide i popolari, il lodo decide che il simbolo va al Cdu del professor Rocco Bottiglione e il nome "popolari" al partito di Gerardo Bianco e Mino Martinazzoli.

Fine di un'epoca, ne comincia un'altra tra rimpianti, nostalgie e progetti per il futuro.

Troppo facile. Infatti dalle nebbie del passato spuntano due signori, Giuseppe Pizza e Angelo Sandri.

Il primo, 61 anni, calabrese, è stato dal 1969 al 1975 delegato nazionale del Movimento giovanile della diccì. Un tipo vivace, a cui piaceva fare baldoria: "Fece svolgere un congresso provinciale su una Mercedes" ha raccontato Filippo Ceccarelli su Repubblica , un'altra volta "i suoi amici "allagarono il piano di un albergo per festeggiare un'elezione". Troppo per gli standard ufficiali della signora della politica italiana: Amintore Fanfani, all'epoca segretario, non ci vide più e decise di mandare a casa quei giovanotti goliardici.
I giovani ribelli avevano "sbarrato" l'ingresso della sede in via Arenula dispiegando a terra le bandiere del partito. Mai, pensarono, il segretario avrebbe avuto il coraggio di passarci sopra con la macchina. Invece lo fece.

E il Movimento giovanile fu commissariato.

Nel 1994 Pizza decide però che la Dc non è mai morta, sulle prime segue il segretario storico Flaminio Piccoli e il suo movimento (Rinascita della democrazia cristiana) poi fonda la Democrazia cristiana rivendicando simbolo, scritta Libertas e occupando la sede storica in piazza del Gesù. Nel 1998 le prime apparizioni del partito alle amministrative, Angelo Sandri è il primo segretario nazionale.

Peccato che i due, Sandri e Pizza, litigano come pazzi. Il risultato è che nasce l'ennesima Dc che a sua volta rivendica simbolo e scritta. E siamo a tre. Nel 2005 la lista delle democrazie cristiane si arricchisce di un quarto socio-protagonista: Gianfranco Rotondi, ex Cdu-Udc e dal 2005 Democrazia Cristiana per le autonomie. Un altro scudo crociato come simbolo. Per arrivare a oggi e mantenere un filo di logica, basti dire che dalla fine degli anni novanta è stato un continuo di cause, ricorsi, battaglie vinte e perse, tutti contro tutti, soprattutto Sandri contro Pizza, lo 0,1% dei voti contro lo 0,2%.

Uno solo è considerato il passaggio fondamentale: nel 2006 il Tribunale civile di Roma (la famosa sentenza del giudice Francesco Manzo) decide che il simbolo "spetta inequivocabilmente alla democrazia cristiana" che non è mai morta. Pizza vince tutto.

Di più: un altro processo in corso in questi giorni, avviato però da Sandri, sta decidendo se considerare nulle le delibere di Martinozzoli con cui il 18 gennaio 1994 fu deciso lo scioglimento della Dc.

Tutto questo pandemonio di lite e rivalse si acuisce, come è logico, ad ogni appuntamento elettorale.

Il Viminale a fine marzo si trova qualcosa come 187 simboli in corsa per le elezioni. Tra questi ben quattro scudi crociati. "Il simbolo storico della Democrazia cristiana, quello degasperiano, su fondo bianco, con il bordo superiore dello scudo di forma arcuata e la scritta Libertas è presente alle prossime elezioni" annuncia pomposamente Sandri. Deposito avvenuto col numero 89. Quello di Pizza - nel 2006 con l'Unione ora apparentato al Senato col Pdl dove converge anche lo scudo di Rotondi - porta il numero 45.

Ma è "fasullo" attacca Sandri , "un inganno, una mistificazione". Il Viminale li boccia entrambi, Sandri e Pizza, un destino segnato, il primo perché non è legittimato ad usare il simbolo, il secondo perché crea confusione con l'Udc.

I ricorsi in Cassazione, le richieste di sospensiva al Tar e tutto il corollario di iniziative legali di cui i due sono ormai espertissimi resta sullo sfondo della campagna elettorale. Una riga ogni tanto tra le agenzie.

Fino alla pronuncia del Consiglio di Stato; alla beffa di Pizza dentro e Sandri fuori foriera di altri guai, ricorsi e falconi di carte; e al rischio rinvio elezioni ipotizzato oggi dal ministro Amato.

Uno sguardo alle liste elettorali: tanti giovani candidati per l'UDC

Che i giovani si disinteressino della politica è diventato ormai un topos letterario che campeggia lugubremente su ogni articolo riguardante la politica e il mondo giovanile, un cliche trito e ritrito che ormai tanti danno per scontato.

Basta però dare un occhiata alle liste elettorali della camera dei deputati per l'UDC della circoscrizione 11 Emilia Romagna per vedere come questo possa essere facilmente smentito e come l'UDC sappia raccogliere numerosi candidati giovani in tutta la regione.

Su un totale di 44 candidati per la Camera, 15 hanno meno di 40 anni, e c/a il 75% dei candidati ha meno di 50 anni.

Insomma, l'UDC?... è roba per giovani!

martedì 1 aprile 2008

31 - 03, Casini a Reggio

Pier Ferdinando Casini, leader dell'Unione di Centro, in visita a Reggio Emilia, ribatte alla proposta di Walter Veltroni di un disegno di legge per tagliare il numero delle leggi vigenti in Italia, proposta che Casini bolla come "una promessa impossibile", mentre per avere la gratitudine degli italiani basterebbe secondo il leader Udc che il segretario del Pd "convincesse Bassolino a dimettersi".
"Veltroni fa promesse a cui non crede nemmeno lui, invece di fare promesse impossibili, faccia dimettere Bassolino dalla presidenza della Regione Campania e avrà la gratitudine degli italiani. Non c'è bisogno - conclude Casini - di sopprimere 5mila leggi, lo può fare in un pomeriggio". Ribatte anche a quelle che definisce le mistificazioni di queste ore e difende la scelta del voto all'Udc come la scelta di chi non chiede di "tutelare le proprietà private di Berlusconi". "Berlusconi dice che chi vota Udc sceglie Veltroni - spiega il leader dell'Unione di Centro - ma gli elettori sanno bene che chi vota per noi sceglie un centro moderato alternativo alla sinistra antagonista di Veltroni.
Chi sceglie noi non chiede - è l'affondo di Casini - le proprietà private di Berlusconi e ritiene che i suoi valori non siano in vendita. In Italia non tutto si può comprare e questo - conclude il nostro leader - la nostra testimonianza politica lo vuole affermare".

sabato 22 marzo 2008

Lettera del Vice segretario provinciale UDC Reggio Emilia

I Democratici Cristiani di Centro si distinguono da “Veltrusconi”, di Luca Pingani (UDC) - ReggioNelWeb.it n. 261 del 18/03/2008

Egregio Direttore,
è ormai assodato come questa asfittica e boriosa campagna elettorale stia generando un sostanziale disinteresse nei confronti di quello che, solo due anni fa, si era caratterizzato come un momento di grande mobilitazione popolare: le elezioni politiche.
E’ significativo analizzare i dati Auditel che mostrano come, da febbraio ad oggi, si sia verificato un netto calo d’ascolti delle principali trasmissioni d’approfondimento politico.
Disinteresse generato, a mio modo di vedere, da una sfida elettorale nella quale a fronteggiarsi per la guida del paese troviamo due partiti (PD e il PdL) sedicenti antagonisti!
Il programma è sostanzialmente sovrapponibile (degne di nota le accuse di “plagio” che continuano a scambiarsi i due candidati premier), la composizione delle liste appare in entrambi i casi eterogenea come del resto è identica la strategia elettorale: ci si appella al “voto utile” col chiaro tentativo di egemonizzare il voto degli italiani dirottandolo solo sui due grandi partiti.
Emblematico è stato in questo senso l’appello della senatrice Finocchiaro che, senza alcuna remora, ha invitato i cittadini a votare o per il suo partito o per quello dell’on. Berlusconi: invito quanto mai incomprensibile poiché, dati i sondaggi, l’unica speranza di vittoria del PD è legata alla perdita di pesanti punti percentuali da parte del PdL.
Possiamo quindi giungere alla semplice conclusione che per VELTRUSCONI l’obiettivo del 13 e 14 d’Aprile non è tanto quello di vincere le elezioni, quanto piuttosto quello di spazzare via dalla scena politica quelle forze che si rifanno ad una visione della politica “identitaria” e “valoriale” e che non si sono volute inchinare al progetto del pensiero unico, prima ancora che del partito unico. Le aberrazioni di questa politica sono sotto gli occhi di tutti: le liste composte dalle segreterie dei due maggiori partiti contengono al loro interno tutto e il contrario di tutto e, ben sapendo le difficoltà che ci sono nel mischiare il diavolo con l’acquasanta, volutamente escludono dalla campagna elettorale i temi etici, relegandoli al confino della coscienza individuale.
La nostra scelta, quella dell’UDC, è stata diversa. Abbiamo deciso di correre un rischio, mostrandoci agli elettori per quello che siamo, ovvero Democratici Cristiani di Centro che non amano i giri di parole e che non hanno paura di difendere pubblicamente i propri valori: il rispetto della vita (dal concepimento alla morte naturale), il rispetto della dignità della persona umana (con particolare riguardo ai diritti costituzionalmente garantiti della salute, del lavoro, dell’iniziativa economica, dell’istruzione, della libertà personale e del giusto processo), il rispetto della libertà religiosa (con particolare considerazione per la nostra identità cristiana, frutto della storia e della tradizione italiana) e il rispetto della famiglia (intesa come società naturale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna).


Luca Pingani
Vice segretario provinciale UDC Reggio Emilia

domenica 2 marzo 2008

E' aperto il tesseramento 2007 - 2008




oppure presso la nostra sede di Reggio Emilia










Rosa Bianca: "Non siamo ospiti Udc"

ROMA - "La Rosa Bianca vuole concorrere con l'Udc alla creazione di un nuovo soggetto politico e non è ospite dell'Udc così come apparso sulla stampa": lo dichiarano in una nota congiunta i leader della Rosa Bianca Mario Baccini, Savino Pezzotta e Bruno Tabacci. "Vogliamo essere co-protagonisti - spiegano - insieme a movimenti laici, cattolici ed ex popolari di un processo fondativo, anche da noi proposto, di una Costituente di centro che è nell'interesse del Paese e della democrazia italiana. Questo è il senso del passo indietro dell'on. Tabacci. Il progetto della Costituente, che ci muove in questa fase, così è credibile e visibile e lavoreremo solo per realizzare questa prospettiva".

Ai Giovani piace L'UDC

fonte: Corriere della Sera - L'Osservatorio di Renato Mannheimer

I giovani scelgono Lega, sinistra e Udc
I l 13 e il 14 aprile si recherà (auspicabilmente) alle urne un vero e proprio esercito di nuovi elettori, composto da tutti i cittadini che hanno oggi dai 18 ai 20 anni e che, per motivi di età, non avevano mai votato alle elezioni politica prima d'ora. Sono più di un milione e le loro scelte possono condizionare in misura significativa l'esito complessivo delle consultazioni.È una generazione che si distingue in buona misura da quelle che l'hanno preceduta: in particolare, perché mostra di avere le idee più chiare di quanto non avessero, a suo tempo, i suoi fratelli maggiori. Ci si poteva infatti immaginare una platea di giovani indecisi, in difficoltà nel comprendere il linguaggio e i contenuti politici e programmatici, confusa dalle molte e talvolta contraddittorie offerte dei partiti. Viceversa non è così: si tratta di un segmento di popolazione che sa quello che vuole, tanto che, diversamente dal passato, la percentuale di «non so» al quesito sull'intenzione di voto è, tra i 18-20enni, grossomodo simile — talvolta inferiore — a quella rilevabile nelle altre classi di età. Sul piano delle preferenze e delle scelte di voto, i giovanissimi si distaccano significativamente dal resto dell'elettorato. C'è, soprattutto, un'accentuazione delle indicazioni per alcuni dei partiti che si posizionano alle estreme dello schieramento politico. Così, tra i neo-elettori, si registra una percentuale di consensi per la Lega Nord più che doppia rispetto alla popolazione. E si rileva una ancora maggiore preferenza relativa per la Sinistra Arcobaleno. Ne risultano penalizzati specialmente i partiti di massa, considerati forse più tradizionali: sia il Pd, sia, in misura ancora maggiore, il Pdl, il cui elettorato è mediamente più anziano di età. Non appare danneggiata, invece, l'area di centro. Al contrario, si nota una sorta di attrazione dei giovani per i partiti che la compongono, forse per la loro connotazione più legata alle valenze etico-religiose. In particolare, sia l'Udc, sia la Rosa Bianca risultano ottenere tra i 18-20enni quasi il doppio dei voti virtuali che vengono attribuiti dalle altre classi di età.Il quadro così delineato si precisa ulteriormente, analizzando anche il voto potenziale, vale a dire la rosa dei partiti che i giovani prendono in considerazione, pur non avendo ancora deciso quale votare. In quest'ambito, alle forze già indicate (in particolare la Sinistra e il centro) si aggiungono La Destra e la lista dell'Unione Consumatori.Ci troviamo insomma di fronte ad una coorte di giovani significativamente più decisa degli anni passati. E, per questo, orientata verso forze con proposte che appaiono loro più nette o «radicali », sia sul piano strettamente politico, sia su quello etico-religioso.Debutto al voto Ai tre partiti più consensi rispetto alla media tra chi ha 18-20 anni. Il Pd è la prima forza con il 31,4%, al Pdl solo il 21,7%

Il programma: anticipi.

Casini: nuovo fisco per le famiglie e riduzione del debito con stagione di liberalizzazioni "La ricetta fiscale proposta da Walter Veltroni è inefficace poichè i suoi costi sono minori dei risultati prodotti".Il candidato premier dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, anticipa su 'Il Sole24Ore' il programma elettorale che verrà integralmente spiegato nella presentazione prevista sabato 1° marzo all’Auditorium della Conciliazione."Non serve puntare a ridurre le aliquote Irpef - afferma Casini- come propone Veltroni: costa moltissimo e dà effetti poco percepibili perchè troppo indistinti e neanche sufficienti al rilancio dei consumi e degli investimenti"."Nè ha senso puntare, come fa Berlusconi, su un quoziente familiare che in Italia è irrealizzabile e finisce per restare solo propaganda.
Il leader dell'udc critica le proposte sul fronte fiscale dei candidati premier del Pd e del Pdl e guarda invece ad una "vera 'Pax fiscale' accompagnata da una pax legislativa per due anni mai piú nuove leggi sui temi delle tasse:. Per noi - prosegue Casini - la lotta all'evasione si fa ad esempio con la cedolare secca al 20% sugli affitti: riparte il mercato ed emerge una quota di affitti in nero. O con un sistema di conflitto di interessi tra contribuenti che possa rendere conveniente l'emersione di nuovo gettito". “Noi - spiega il candidato premier dell'Udc - proponiamo forti deduzioni legate al numero di figli, secondo un principio di defiscalizzazione selettiva: ad esempio rendendo detraibili integralmente le spese per i libri di testo, per le rette e la mensa degli asili nido e delle scuole materne. Con l'obiettivo finale di arrivare a riconoscere, di fatto, a ogni famiglia una sorta di cifra forfettaria per le spese di mantenimento dei figli".
Poi l’ex presidente della Camera propone una soluzione per ridurre il debito pubblico, partendo da una nuova stagione di liberalizzazioni: "Bisogna cedere le partecipazioni dello Stato in Eni, Enel, Finmeccanica.“La svolta liberale – afferma - passa anche da qui, da una cultura vera del mercato: applicata nei fatti e non solo enunciata. Se il Tesoro cedesse le partecipazioni residue si ridurrebbe il debito dal 105 all'80% del Pil. Solo grazie alla minore spesa in tassi di interessi si libererebbero 20 miliardi l'anno, una somma che da sola vale ben più di una manovra".‘Bisogna cambiare mentalità – continua Casini - stiamo proponendo una rivoluzione culturale, me ne rendo conto. Non a caso parliamo di approccio gradualista e sempre guidato dal principio della seperazione tra proprietà pubblica delle reti e privatizzazione delle gestioni. Lo Stato deve disfarsi delle sue quote nel giro di due legislature, mi sembra un tempo realistico. Non va sottovalutato il fatto che anche abbattendo il debito pubblico si recuperano i margini per finalità sociali destinate ai ceti più deboli". Per Casini, vanno poi privatizzate anche le municipalizzate: "la privatizzazione delle municipalizzate è un nostro cavallo di battaglia. Proponiamo un ddl nel solco di quello originale presentato da Linda Lanzillotta. Bisogna arrivare a gare pubbliche aperte come unica modalità di affidamento della gestione".
Asse Veltroni-Berlusconi sembra patto di potere. Non ostile in linea di principio alle larghe intese, l’ex presidente della Camera adombra un "patto di potere" tra Veltroni e Berlusconi. "Ma quali poteri forti! In Italia -dichiara - sono i poteri deboli e non fanno paura a nessuno. Piuttosto il vero potere forte rischia di essere questo un patto tutto politico. Non sono contrario alle grandi coalizioni, ma se sono formate nell'interesse dei cittadini e in nome di valori condivisi"."Questo gioco di sponda tra Veltroni e Berlusconi, che si copiano i programmi e invitano a votare per l'uno o per l'altro in nome del cosiddetto voto utile, fa pensare piuttosto a un patto di potere congegnato alle spalle dei cittadini, nell'interesse di quei due leader ma contro gli interessi degli italiani. Noi - assicura il leader dell'Udc- vigileremo affinchè questo non accada".
Giustizia, Sanità e Pubblica Amministrazione. Infine Casini punta l’attenzione sull’efficienza del settore pubblico, a partire da quella che chiama la rottamazione della giustizia civile: "sulla giustizia noi pensiamo a un piano di 'rottamazione delle cause civili' attraverso un sistema nuovo di incentivi fiscali. Chi accetta di chiudere un contenzioso o di conciliare riceve un bonus fiscale. Sarà un modo per alleggerire il carico dei giudici e di dare maggiore rapidità alla giustizia che è il primo problema da risolvere".“Le Province vanno abolite tutte. Così come va abolito il Cnel" (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, ndr, ricollocando il personale in esubero nella pubblica amministrazione". E' necessario -aggiunge il candidato premier- un piano anche per evitare, ad esempio, che le forze dell'ordine debbano svolgere compiti ordinariamente propri della pubblica amministrazione.Secondo Casini occorre anche moralizzare la gestione delle nomine in settori- chiave come la sanità. Un obiettivo che si può raggiungere "innanzitutto sottraendo alla politica la nomina dei manager e dei primari: è necessaria l'istituzione di un albo di esperti da cui le Regioni potranno attingere per le nomine. Si tratta di un elenco da istituire a livello nazionale sotto la supervisione del ministero della Sanità”.“La Sanità - -conclude Casini- deve tutelare i malati e non i partiti".

Liberi e Forti, Casini Presidente

ELEZIONI;NEL SIMBOLO UDC-ROSA BIANCA 'LIBERI E FORTI' DI STURZO Roma, 29 feb. (Apcom) - Il nuovo simbolo con cui l'Udc e la Rosa bianca si presenteranno alle Politiche del 13 e 14 aprile potrebbe essere lo scudo crociato con l'indicazione del premier Casini e sotto il motto di don Luigi Sturzo "liberi e forti". Lo confermano esponenti del partito nel corso di un incontro elettorale dell'Udc all'Istituto Fratelli cristiani di Roma.